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RIFORME: MOLTI OSTACOLI SULLA VIA DEL DIALOGO (IL PUNTO)
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RIFORME: MOLTI OSTACOLI SULLA VIA DEL DIALOGO (IL PUNTO)
(ASCA) - Roma, 24 dic - L'anno nuovo ci portera' in dote il ''dialogo'' auspicato da molti leader politici? Al di la' dei buoni propositi natalizi, tutti gli indicatori dicono che sono molti gli ostacoli sulla via del confronto.
Anche il presidente Giorgio Napolitano, nel tradizionale incontro di fine anno con le autorita' della Repubblica, ha annotato che ''i problemi dell'Italia richiederebbero il massimo di condivisione ma purtroppo ancora non si vede in tal senso un clima propizio nella nostra vita pubblica''.
Il clima politico piu' distensivo tra maggioranza e opposizione, seguito all'aggressione subita dal premier Berlusconi a Milano due settimane fa, non si concretizza infatti in proposte concrete. Se non ci saranno novita', il testo del disegno di legge sul processo breve, che resta uno dei pomi della discordia, dovrebbe essere approvato dal Senato entro il 20 gennaio. La maggioranza inoltre non esclude di ricorrere al voto di fiducia.
Gaetano Quagliarello, vicepresidente dei senatori del Pdl, sta nel frattempo lavorando a un nuovo testo del lodo Alfano da riproporre sotto forma di legge costituzionale per evitare altre bocciature da parte della Consulta. Un possibile disegno di legge sul ''legittimo impedimento'', proposto come mediazione da Pier Ferdinando Casini e l'Udc, non viene preso in seria considerazione da Berlusconi.
Non convince gli avvocati del premier la soluzione del legittimo impedimento come scudo di protezione per Berlusconi di fronte ai processi che lo vedono imputato. Isabella Bertolini e Michaela Biancofiore, due deputate del Pdl, hanno anche presentato alla Camera una proposta di legge composta da un solo articolo: ''Governare e' un legittimo impedimento a partecipare alle udienze''. Ma e' improbabile che la proposta abbia un rapido iter parlamentare perche' negli ambienti del Pdl si ritiene che questo disposto possa far scattare la bocciatura da parte della Consulta.
I tempi di un eventuale dialogo sono in ogni caso lunghi.
Luciano Violante, responsabile della politica istituzionale del Pd, l'ha detto martedi' sera in tv intervenendo nella trasmissione ''Ballaro''': di eventuali sedi dove discutere concretamente di riforme se ne riparlera' dopo le elezioni regionali di fine marzo, quando si saranno verificati i rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra.
Se lo afferma l'autore della tanto apprezzata ''bozza Violante'' (riduzione del numero dei parlamentari, trasformazione del Senato in Camera delle Regioni), c'e' da credergli. E se le cose stanno cosi' - si commenta nel centrodestra - e' impossibile che Berlusconi possa aspettare la primavera per evitare le possibili sentenze nei processi a suo carico (la prima, nel processo Mills, e' prevista entro febbraio).
Appaiono percio' niente di piu' che un auspicio le parole di Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: ''Siamo pronti al dialogo con l'opposizione. Siamo una maggioranza e un governo moderati. Se la sinistra e' pronta stavolta, se sono rose fioriranno...''.
Chi al dialogo non ci pensa neppure e' Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv ha scelto ieri la metafora della letterina di Natale a Gesu' Bambino per dire che con il ''diavolo'' non si dialoga. Il Pdl ha replicato chiedendo al Pd di rompere ogni alleanza con l'Idv, se vuole davvero il confronto.
Molto scettico sulle chance di dialogo e' anche il quotidiano ''Europa'', vicino alla componente dei cattolici democratici del Pd: ''Il tempo non milita in favore delle riforme.
Perche' Bersani non puo' permettersi di accettare nei tempi e nei contenuti l'agenda Berlusconi''. Meglio pensare alle elezioni regionali, suggerisce l'editoriale di ''Europa''.
Lo stesso Pierluigi Bersani mette le mani avanti: ''Nella sinistra e nel centrosinistra il punto non e' se ci vogliono o no le riforme, ma emerge un sospetto che dice: stai attento Bersani che ti imbrogliano. E cioe' sotto la parola riforme vogliono fare altro''. Il segretario del Pd ha commentato cosi' un sondaggio secondo il quale solo il 51% degli elettori del suo partito sarebbe favorevole a un confronto tra maggioranza e opposizione sulle riforme.
Anche il presidente Giorgio Napolitano, nel tradizionale incontro di fine anno con le autorita' della Repubblica, ha annotato che ''i problemi dell'Italia richiederebbero il massimo di condivisione ma purtroppo ancora non si vede in tal senso un clima propizio nella nostra vita pubblica''.
Il clima politico piu' distensivo tra maggioranza e opposizione, seguito all'aggressione subita dal premier Berlusconi a Milano due settimane fa, non si concretizza infatti in proposte concrete. Se non ci saranno novita', il testo del disegno di legge sul processo breve, che resta uno dei pomi della discordia, dovrebbe essere approvato dal Senato entro il 20 gennaio. La maggioranza inoltre non esclude di ricorrere al voto di fiducia.
Gaetano Quagliarello, vicepresidente dei senatori del Pdl, sta nel frattempo lavorando a un nuovo testo del lodo Alfano da riproporre sotto forma di legge costituzionale per evitare altre bocciature da parte della Consulta. Un possibile disegno di legge sul ''legittimo impedimento'', proposto come mediazione da Pier Ferdinando Casini e l'Udc, non viene preso in seria considerazione da Berlusconi.
Non convince gli avvocati del premier la soluzione del legittimo impedimento come scudo di protezione per Berlusconi di fronte ai processi che lo vedono imputato. Isabella Bertolini e Michaela Biancofiore, due deputate del Pdl, hanno anche presentato alla Camera una proposta di legge composta da un solo articolo: ''Governare e' un legittimo impedimento a partecipare alle udienze''. Ma e' improbabile che la proposta abbia un rapido iter parlamentare perche' negli ambienti del Pdl si ritiene che questo disposto possa far scattare la bocciatura da parte della Consulta.
I tempi di un eventuale dialogo sono in ogni caso lunghi.
Luciano Violante, responsabile della politica istituzionale del Pd, l'ha detto martedi' sera in tv intervenendo nella trasmissione ''Ballaro''': di eventuali sedi dove discutere concretamente di riforme se ne riparlera' dopo le elezioni regionali di fine marzo, quando si saranno verificati i rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra.
Se lo afferma l'autore della tanto apprezzata ''bozza Violante'' (riduzione del numero dei parlamentari, trasformazione del Senato in Camera delle Regioni), c'e' da credergli. E se le cose stanno cosi' - si commenta nel centrodestra - e' impossibile che Berlusconi possa aspettare la primavera per evitare le possibili sentenze nei processi a suo carico (la prima, nel processo Mills, e' prevista entro febbraio).
Appaiono percio' niente di piu' che un auspicio le parole di Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: ''Siamo pronti al dialogo con l'opposizione. Siamo una maggioranza e un governo moderati. Se la sinistra e' pronta stavolta, se sono rose fioriranno...''.
Chi al dialogo non ci pensa neppure e' Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv ha scelto ieri la metafora della letterina di Natale a Gesu' Bambino per dire che con il ''diavolo'' non si dialoga. Il Pdl ha replicato chiedendo al Pd di rompere ogni alleanza con l'Idv, se vuole davvero il confronto.
Molto scettico sulle chance di dialogo e' anche il quotidiano ''Europa'', vicino alla componente dei cattolici democratici del Pd: ''Il tempo non milita in favore delle riforme.
Perche' Bersani non puo' permettersi di accettare nei tempi e nei contenuti l'agenda Berlusconi''. Meglio pensare alle elezioni regionali, suggerisce l'editoriale di ''Europa''.
Lo stesso Pierluigi Bersani mette le mani avanti: ''Nella sinistra e nel centrosinistra il punto non e' se ci vogliono o no le riforme, ma emerge un sospetto che dice: stai attento Bersani che ti imbrogliano. E cioe' sotto la parola riforme vogliono fare altro''. Il segretario del Pd ha commentato cosi' un sondaggio secondo il quale solo il 51% degli elettori del suo partito sarebbe favorevole a un confronto tra maggioranza e opposizione sulle riforme.
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