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FINI: NON FIRMO NULLA. NON MI PIACE UN PARTITO CASERMA (IL PUNTO)
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FINI: NON FIRMO NULLA. NON MI PIACE UN PARTITO CASERMA (IL PUNTO)
(ASCA) - Roma, 9 nov - Dopo il rinvio della scorsa settimana, Silvio Berlusconi ha intenzione di incontrarsi martedi' o mercoledi' con il leader della Lega Umberto Bossi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. All'ordine del giorno del vertice ci sono la riforma della giustizia e le elezioni regionali del marzo 2010.
Sul primo punto il premier sta lavorando con i suoi collaboratori a un documento che stabilisce le linee di una riforma della durata dei processi, delle norme sulla loro prescrizione accanto alla separazione delle carriere dei magistrati e al cambiamento dei criteri di nomina del Consiglio superiore della magistratura.
Secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi avrebbe intenzione di ottenere un impegno scritto di tutti i parlamentari del centrodestra sul documento in questione che prevede anche la rapida riforma del processo penale e delle intercettazioni (i due provvedimenti, gia' approvati alla Camera, sono fermi al Senato). Dopo questa firma, i provvedimenti verrebbero presentati ufficialmente in Parlamento.
Il presidente del Consiglio deve convincere sulla bonta' di questa linea soprattutto Fini, che ieri sera, intervenendo alla trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'', ha ribadito le proprie perplessita': ''Il Pdl cosi' com'e' organizzato non mi soddisfa al cento per cento. E la caserma che non mi piace''. Aggiungendo una battuta polemica: ''Gli autografi si chiedono a Sting, non ai deputati. Il presidente della Camera non firma nulla. I deputati si regolino loro'' (il cantante britannico era ospite della stessa trasmissione).
Fini conferma la non identita' di vedute con il premier: ''Non ho difficolta' a dire che su alcune questioni con Berlusconi abbiamo opinioni diverse. Quando non condivido alcuni obiettivi non lo mando a dire, lo dico. Quando si e' leali con una persona, occorre dire cosa non si condivide, se no non si e' leali, si e' supini''.
Alla domanda su cosa ne pensa dell'ipotesi di Vittorio Feltri, direttore del ''Giornale'', che ha scritto che sarebbero necessarie elezioni anticipate qualora Berlusconi non ottenga l'appoggio dell'intera maggioranza, Fini replica: ''Comunque quel che scrive Feltri mi lascia del tutto indifferente. Feltri e' un direttore indipendente, bisogna vedere se e' indipendente dalla sua volonta'. Il fatto e' che Berlusconi e' il suo editore. E questo e' quello che non mi quadra''.
Il presidente di Montecitorio appoggia riforme generali della giustizia ma resta contrario a norme ad personam: ''Una legge sulla prescrizione breve danneggerebbe molti cittadini in cui sono parte lesa nei processi. Il 95% dei magistrati e' da ringraziare. La magistratura ha pagato un tributo altissimo di vite. Fatte queste premesse, discutiamo pure delle cose che non vanno, come l'abnorme lunghezza dei processi''.
Sull'eventualita' di una condanna del premier nei processi che si sono riaperti dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta, Fini chiarisce: ''Berlusconi ha diritto di governare perche' quel diritto glielo hanno dato gli elettori. Ma deve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione. Governare implica rispetto della Corte costituzionale, del Parlamento, del presidente della Repubblica e della magistratura''. Da qui anche l'auspicio che le riforme siano il piu' possibile condivise con l'opposizione perche' riguardano il funzionamento delle istituzioni.
Pure sulle elezioni regionali c'e' qualche distinguo.
Mentre Bossi annuncia che la Lega avra' assegnati i candidati-governatori del centrodestra in Piemonte e Veneto, Fini ha definito ''inopportune'' alcune candidature del Pdl anche se quest'ultime ''hanno un sacco di voti''. Il presidente della Camera ha nei giorni scorsi espresso la propria contrarieta' alla candidatura come capolista in Campania di Nicola Casentino, Pdl, sottosegretario all'Economia e alle Finanze, indagato per presunti rapporti con i clan della camorra di Casal di Principe.
Rosy Bindi, eletta sabato presidente del Pd, ribadisce che il suo partito e' disponibile a discutere della riforma della giustizia ma a condizione ''di partire da problemi reali dei cittadini e non dalla situazione personale del premier''.
Sulle elezioni regionali c'e' da annotare una dichiarazione di Ignazio La Russa, ministro della Difesa e tra i coordinatori del Pdl che frena la Lega: ''Non ho visto ancora la parola accordo, ho visto quello che legittimamente desidera Bossi e a cui noi abbiamo sempre risposto che e' legittimo chiedere ma la decisione deve essere comune''.
Gar/cam/bra
Sul primo punto il premier sta lavorando con i suoi collaboratori a un documento che stabilisce le linee di una riforma della durata dei processi, delle norme sulla loro prescrizione accanto alla separazione delle carriere dei magistrati e al cambiamento dei criteri di nomina del Consiglio superiore della magistratura.
Secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi avrebbe intenzione di ottenere un impegno scritto di tutti i parlamentari del centrodestra sul documento in questione che prevede anche la rapida riforma del processo penale e delle intercettazioni (i due provvedimenti, gia' approvati alla Camera, sono fermi al Senato). Dopo questa firma, i provvedimenti verrebbero presentati ufficialmente in Parlamento.
Il presidente del Consiglio deve convincere sulla bonta' di questa linea soprattutto Fini, che ieri sera, intervenendo alla trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'', ha ribadito le proprie perplessita': ''Il Pdl cosi' com'e' organizzato non mi soddisfa al cento per cento. E la caserma che non mi piace''. Aggiungendo una battuta polemica: ''Gli autografi si chiedono a Sting, non ai deputati. Il presidente della Camera non firma nulla. I deputati si regolino loro'' (il cantante britannico era ospite della stessa trasmissione).
Fini conferma la non identita' di vedute con il premier: ''Non ho difficolta' a dire che su alcune questioni con Berlusconi abbiamo opinioni diverse. Quando non condivido alcuni obiettivi non lo mando a dire, lo dico. Quando si e' leali con una persona, occorre dire cosa non si condivide, se no non si e' leali, si e' supini''.
Alla domanda su cosa ne pensa dell'ipotesi di Vittorio Feltri, direttore del ''Giornale'', che ha scritto che sarebbero necessarie elezioni anticipate qualora Berlusconi non ottenga l'appoggio dell'intera maggioranza, Fini replica: ''Comunque quel che scrive Feltri mi lascia del tutto indifferente. Feltri e' un direttore indipendente, bisogna vedere se e' indipendente dalla sua volonta'. Il fatto e' che Berlusconi e' il suo editore. E questo e' quello che non mi quadra''.
Il presidente di Montecitorio appoggia riforme generali della giustizia ma resta contrario a norme ad personam: ''Una legge sulla prescrizione breve danneggerebbe molti cittadini in cui sono parte lesa nei processi. Il 95% dei magistrati e' da ringraziare. La magistratura ha pagato un tributo altissimo di vite. Fatte queste premesse, discutiamo pure delle cose che non vanno, come l'abnorme lunghezza dei processi''.
Sull'eventualita' di una condanna del premier nei processi che si sono riaperti dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta, Fini chiarisce: ''Berlusconi ha diritto di governare perche' quel diritto glielo hanno dato gli elettori. Ma deve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione. Governare implica rispetto della Corte costituzionale, del Parlamento, del presidente della Repubblica e della magistratura''. Da qui anche l'auspicio che le riforme siano il piu' possibile condivise con l'opposizione perche' riguardano il funzionamento delle istituzioni.
Pure sulle elezioni regionali c'e' qualche distinguo.
Mentre Bossi annuncia che la Lega avra' assegnati i candidati-governatori del centrodestra in Piemonte e Veneto, Fini ha definito ''inopportune'' alcune candidature del Pdl anche se quest'ultime ''hanno un sacco di voti''. Il presidente della Camera ha nei giorni scorsi espresso la propria contrarieta' alla candidatura come capolista in Campania di Nicola Casentino, Pdl, sottosegretario all'Economia e alle Finanze, indagato per presunti rapporti con i clan della camorra di Casal di Principe.
Rosy Bindi, eletta sabato presidente del Pd, ribadisce che il suo partito e' disponibile a discutere della riforma della giustizia ma a condizione ''di partire da problemi reali dei cittadini e non dalla situazione personale del premier''.
Sulle elezioni regionali c'e' da annotare una dichiarazione di Ignazio La Russa, ministro della Difesa e tra i coordinatori del Pdl che frena la Lega: ''Non ho visto ancora la parola accordo, ho visto quello che legittimamente desidera Bossi e a cui noi abbiamo sempre risposto che e' legittimo chiedere ma la decisione deve essere comune''.
Gar/cam/bra
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