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COOPERAZIONE: OCSE-DAC, AIUTI RECORD IN 2010.ITALIA ULTIMA IN CLASSIFICA
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COOPERAZIONE: OCSE-DAC, AIUTI RECORD IN 2010.ITALIA ULTIMA IN CLASSIFICA
(ASCA) - Roma, 17 feb - Gli Aiuti allo sviluppo nel 2010 toccheranno un livello record nei Paesi Ocse nel 2010 registrando un secco +35% rispetto al 2004. Ma siamo ancora a livelli molto inferiori a quanto promesso nel 2005 al G8 di Gleneagles e gli Obiettivi del Millennio di lotta alla poverta' ne risultano compromessi. Per di piu' Paesi importanti tra i quali l'Italia stanno facendo enormi passi indietro nelli stanziamenti. E' quanto denuncia il segretario generale dell'Ocse Angel Gurri'a che sta presentando nel quartier generale di Parigi, e in teleconferenza in tutto il mondo, i dati di performance del comitato di Assistenza allo sviluppo Ocse (Development Assistance Committee - DAC).
Nel 2005 i 15 Paesi che fanno parte dell'Unione europea e dell'OCSE-DAC si sono impegnati a destinare all'Aiuto allo sviluppo nel 2010 lo 0,51% almeno del loro Pil. Alcuni hanno addirittura superato questo obiettivo: la Svezia, con la percentuale piu' alta al mondo, ha raggiunto quota 1.03% del Pil, seguita da Lussemburgo (1%), Danimarca (0.83%), Paesi bassi (0.8%), Belgio (0.7%), Gran Bretagna(0.56%), Finlandia (0.55%), Irlanda (0.52%) e Spagna (0.51%). Altri, pero', ne sono decisamente lontani: la Francia apre la classifica dei ''cattivi'' (0.46%), seguita da Germania (0.40%), Austria (0.37%), Portogallo (0.34%), Grecia (0.21%), e, buona ultima, l'Italia (0.20%).
In totale i nuovi impegni si sono tradotti in un flusso addizionale di aiuti che vale 27 miliardi di dollari tra il 2004 e il 2010, ma mancano all'appello ancora 21 miliardi se si guarda alle dichiarazioni che risalgono al 2005. 17 miliardi sono i fondi promessi ma non erogati dai donatori, 4 miliardi, invece, sono dovuti alla mancata produzione di Pil nei Paesi donatori, a causa della crisi. Commentando i dati Angel Gurri'a ha definito ''rassicurante'' il fatto che gran parte dei donatori abbia riconosciuto le proprie responsabilita', ma ''visto che dovremmo a breve cominciare a discutere di come affrontare la crisi alimentare e i cambiamenti climatici - ha concluso - incoraggio tutti a mantenere le proprie promesse nei confronti dello sviluppo''.
Nel 2005 i 15 Paesi che fanno parte dell'Unione europea e dell'OCSE-DAC si sono impegnati a destinare all'Aiuto allo sviluppo nel 2010 lo 0,51% almeno del loro Pil. Alcuni hanno addirittura superato questo obiettivo: la Svezia, con la percentuale piu' alta al mondo, ha raggiunto quota 1.03% del Pil, seguita da Lussemburgo (1%), Danimarca (0.83%), Paesi bassi (0.8%), Belgio (0.7%), Gran Bretagna(0.56%), Finlandia (0.55%), Irlanda (0.52%) e Spagna (0.51%). Altri, pero', ne sono decisamente lontani: la Francia apre la classifica dei ''cattivi'' (0.46%), seguita da Germania (0.40%), Austria (0.37%), Portogallo (0.34%), Grecia (0.21%), e, buona ultima, l'Italia (0.20%).
In totale i nuovi impegni si sono tradotti in un flusso addizionale di aiuti che vale 27 miliardi di dollari tra il 2004 e il 2010, ma mancano all'appello ancora 21 miliardi se si guarda alle dichiarazioni che risalgono al 2005. 17 miliardi sono i fondi promessi ma non erogati dai donatori, 4 miliardi, invece, sono dovuti alla mancata produzione di Pil nei Paesi donatori, a causa della crisi. Commentando i dati Angel Gurri'a ha definito ''rassicurante'' il fatto che gran parte dei donatori abbia riconosciuto le proprie responsabilita', ma ''visto che dovremmo a breve cominciare a discutere di come affrontare la crisi alimentare e i cambiamenti climatici - ha concluso - incoraggio tutti a mantenere le proprie promesse nei confronti dello sviluppo''.
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