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MURO BERLINO: PER PROTESTANTI LORO RUOLO IN 1989 E' SOTTOVALUTATO
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MURO BERLINO: PER PROTESTANTI LORO RUOLO IN 1989 E' SOTTOVALUTATO
(ASCA) - Roma, 7 nov - Il loro fu un ruolo determinante negli eventi che portarono alla caduta del Muro, eppure oggi si tende a dimenticarlo: e' la denuncia che si e' levata, nelle settimane che hanno preceduto il ventennale del 9 novembre 1989, da parte delle Chiese evangeliche, luterane e protestanti della Germania Est. In una delle celebrazioni ufficiali, a Lipsia, nell'ex-Germania Est, solo Werner Schulz, un ex-dissidente oggi Europarlamente, ha citato il ruolo delle Chiese, ignorato invece tanto dal presidente federale Horst Koehler quanto dal cancelliere Angela Merkel.
''Non e' stato solo uno scherzo della storia il fatto che siano stati i cristiani ad avere ruoli di primo piano verso la fine degli anni '80'', osserva il pastore Christian Wolff della Chiesa di San Tommaso a Lipsia, quello dove suono' e lavoro' Johann Sebastian Bach.
La storia del ruolo delle Chiese protestanti nella caduta del Muro si puo' far risalire ai primi anni '80, quando gruppi contrari alla corsa agli armamenti da parte delle due superpotenze iniziarono a lavorare insieme ad alcuni pastori critici nei confronti della limitazione delle liberta' personale sotto il comunismo. Nel 1982, la chiesa luterana di San Nicola a Lipsia lancio' una settimanale ''preghiera per la pace'', che mescolava letture del Vangelo a dibattiti politici. La polizia non poteva interrompere una cerimonia religiosa, e questi incontri davano quindi ai dissidenti la liberta' di parola e di assemblea che non potevano trovare in nessun altro luogo.
Alleanze di questo genere, con l'aiuto dell'ampio network di parrocchie protestanti, si diffusero in molte altre citta'.
Nel 1988, la Stasi - la polizia segreta dell'ex-Germania Est - contava 160 gruppi di protesta, quasi tutti legati ad una chiesa. Nei dibattiti, i pastori a volta si rifacevano a modelli come Dietrich Bonhoeffer, il teologo luterano giustiziato da nazisti, o come la strategia non-violenta di Martin Luther King per il movimento Usa dei diritti civili.
In molte chiese - oltre a San Nicola era famosa la chiesa del Getsemani a Berlino -, dissidenti e attivisti per i diritti umani trovavano anche rifugio e protezione dalle autorita'.
Con l'indebolirsi del regime, cristiani, laici e pastori assieme, ebbero un ruolo centrale nell'organizzazione di comitati, gruppi per i diritti umani e movimenti che prepararono la caduta del governo comunista della Germania Est.
Eppure, osserva Richard Schroder, un teologo della Germania est che militava nel partito Socialdemocratico ed e' stato poi rettore della facolta' di teologia alla Universita' Humboldt di Berlino, oggi ''nei media sembra che il Muro sia caduto senza alcuna storia pregressa''. ''L'opinione pubblica della Germania, soprattutto di quella occidentale, non ha una chiara percezione del ruolo delle Chiese''. Per Werner Schulz, ''la rivoluzione pacifica fu anche, nella sua essenza, una rivoluzione protestante. Il suo slogan di 'non violenza' era l'essenza del Sermone della montagna, il passaggio piu' rivoluzionario del Vangelo. Le chiese protestanti furono i 'campi base' della rivoluzione. La gente andava dalle preghiere per la pace alla proteste in strada con serieta' protestante, con disarmante ragionevolezza e disciplina''.
Un ruolo, quello dei protestanti, riconosciuto anche dalla Chiesa cattolica tedesca: durante la plenaria dei vescovi tedeschi nello scorso settembre, l'arcivescovo di Berlino, card. Georg Sterzinsky, ha ammesso che la Chiesa cattolica fu, in quell'occasione, ''troppo esitante e troppo timida''.
''La Chiesa protestante e' stata molto piu' coraggiosa'', ha aggiunto mons. Gerhard Feige, vescovo di Magdeburgo, che nel 1989 era parroco in una diocesi della Germania Est.
asp/sam/ss
''Non e' stato solo uno scherzo della storia il fatto che siano stati i cristiani ad avere ruoli di primo piano verso la fine degli anni '80'', osserva il pastore Christian Wolff della Chiesa di San Tommaso a Lipsia, quello dove suono' e lavoro' Johann Sebastian Bach.
La storia del ruolo delle Chiese protestanti nella caduta del Muro si puo' far risalire ai primi anni '80, quando gruppi contrari alla corsa agli armamenti da parte delle due superpotenze iniziarono a lavorare insieme ad alcuni pastori critici nei confronti della limitazione delle liberta' personale sotto il comunismo. Nel 1982, la chiesa luterana di San Nicola a Lipsia lancio' una settimanale ''preghiera per la pace'', che mescolava letture del Vangelo a dibattiti politici. La polizia non poteva interrompere una cerimonia religiosa, e questi incontri davano quindi ai dissidenti la liberta' di parola e di assemblea che non potevano trovare in nessun altro luogo.
Alleanze di questo genere, con l'aiuto dell'ampio network di parrocchie protestanti, si diffusero in molte altre citta'.
Nel 1988, la Stasi - la polizia segreta dell'ex-Germania Est - contava 160 gruppi di protesta, quasi tutti legati ad una chiesa. Nei dibattiti, i pastori a volta si rifacevano a modelli come Dietrich Bonhoeffer, il teologo luterano giustiziato da nazisti, o come la strategia non-violenta di Martin Luther King per il movimento Usa dei diritti civili.
In molte chiese - oltre a San Nicola era famosa la chiesa del Getsemani a Berlino -, dissidenti e attivisti per i diritti umani trovavano anche rifugio e protezione dalle autorita'.
Con l'indebolirsi del regime, cristiani, laici e pastori assieme, ebbero un ruolo centrale nell'organizzazione di comitati, gruppi per i diritti umani e movimenti che prepararono la caduta del governo comunista della Germania Est.
Eppure, osserva Richard Schroder, un teologo della Germania est che militava nel partito Socialdemocratico ed e' stato poi rettore della facolta' di teologia alla Universita' Humboldt di Berlino, oggi ''nei media sembra che il Muro sia caduto senza alcuna storia pregressa''. ''L'opinione pubblica della Germania, soprattutto di quella occidentale, non ha una chiara percezione del ruolo delle Chiese''. Per Werner Schulz, ''la rivoluzione pacifica fu anche, nella sua essenza, una rivoluzione protestante. Il suo slogan di 'non violenza' era l'essenza del Sermone della montagna, il passaggio piu' rivoluzionario del Vangelo. Le chiese protestanti furono i 'campi base' della rivoluzione. La gente andava dalle preghiere per la pace alla proteste in strada con serieta' protestante, con disarmante ragionevolezza e disciplina''.
Un ruolo, quello dei protestanti, riconosciuto anche dalla Chiesa cattolica tedesca: durante la plenaria dei vescovi tedeschi nello scorso settembre, l'arcivescovo di Berlino, card. Georg Sterzinsky, ha ammesso che la Chiesa cattolica fu, in quell'occasione, ''troppo esitante e troppo timida''.
''La Chiesa protestante e' stata molto piu' coraggiosa'', ha aggiunto mons. Gerhard Feige, vescovo di Magdeburgo, che nel 1989 era parroco in una diocesi della Germania Est.
asp/sam/ss
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