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CRISI: UNCTAD, PIL ITALIA -5,5% NEL 2009. RIPRESA TRAINATA DA PVS(+1,3%)
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CRISI: UNCTAD, PIL ITALIA -5,5% NEL 2009. RIPRESA TRAINATA DA PVS(+1,3%)
(ASCA) - Roma, 8 set - Il Pil Italiano cadra' del 5,5% nel corso del 2009 rispetto al 2008, anno in cui ha registrato una diminuzione secca dell'1%. Lo sostiene l'Agenzia per il Commercio e lo Sviluppo delle Nazioni Unite che ha appena pubblicato il suo Report annuale (Trade and Development report 2009). Il segretariato dell'agenzia calcola il dato a partire dai dati del Department of Economic and Social Affairs (UN/DESA), aggregati con fonti nazionali e OCSE. Il Pil mondiale si contrarra', secondo le previsioni, del 2,7%: mentre i Paesi sviluppati perderanno terreno registrando un -4,1%, i Paesi in via di sviluppo si terranno a galla, sotto la spinta di uno sviluppo che ancora cresce nelle aree emergenti, registrando un +1,3%. Era al +5,4% nel 2008. Ma le preoccupazioni dell'Agenzia per la regressione nella lotta alla poverta' in corso sono altissime.
''Cio' che ha reso la crisi eccezionalmente diffusa e profonda - si legge nel rapporto - e' stato il fatto che la deregulation e l'innovazione finanziaria hanno portato la leva del credito a livelli senza precedenti. La fiducia cieca nell'efficienza dei mercati finanziari senza regole ha autorizzato l'espansione di un sistema finanziario ''ombra', in cui alle banche di investimento, gli hedge funds e i veicoli speciali di investimento e' stato permesso di operare con poca o senza alcuna supervisione''.
Non e' tanto verosimile, secondo l'Unctad che nei prossimi anni ci sia una ripresa nelle economie piu' sviluppate forte abbastanza da portare l'economia mondiale indietro nel tempo, al clima di crescita precedente alla crisi''. E questo perche' ne' la crescita dei consumi ne' quella degli investimenti ci si puo' aspettare che riprenda vita in modo significativo a causa della crescente disoccupazione globale e del crescente utilizzo di mano d'opera a bassa specializzazione. Il miglioramento registrato a inizio d'anno, secondo Unctad, non e' il riflesso di un rafforzamento dei pilastri macroeconomici, ma di un rinnovato ''appetito del rischio'' tra gli operatori finanziari, che puo' rapidamente venir meno. Il Pil globale, insomma, puo' tornare a crescere, prevede l'Unctas, ''ma questa crescita non potra' superare l'1,6%.
''Cio' che ha reso la crisi eccezionalmente diffusa e profonda - si legge nel rapporto - e' stato il fatto che la deregulation e l'innovazione finanziaria hanno portato la leva del credito a livelli senza precedenti. La fiducia cieca nell'efficienza dei mercati finanziari senza regole ha autorizzato l'espansione di un sistema finanziario ''ombra', in cui alle banche di investimento, gli hedge funds e i veicoli speciali di investimento e' stato permesso di operare con poca o senza alcuna supervisione''.
Non e' tanto verosimile, secondo l'Unctad che nei prossimi anni ci sia una ripresa nelle economie piu' sviluppate forte abbastanza da portare l'economia mondiale indietro nel tempo, al clima di crescita precedente alla crisi''. E questo perche' ne' la crescita dei consumi ne' quella degli investimenti ci si puo' aspettare che riprenda vita in modo significativo a causa della crescente disoccupazione globale e del crescente utilizzo di mano d'opera a bassa specializzazione. Il miglioramento registrato a inizio d'anno, secondo Unctad, non e' il riflesso di un rafforzamento dei pilastri macroeconomici, ma di un rinnovato ''appetito del rischio'' tra gli operatori finanziari, che puo' rapidamente venir meno. Il Pil globale, insomma, puo' tornare a crescere, prevede l'Unctas, ''ma questa crescita non potra' superare l'1,6%.
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