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BENI CULTURALI: REALACCI (PD), CON NUOVE NORME RESTAURATORI A RISCHIO
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BENI CULTURALI: REALACCI (PD), CON NUOVE NORME RESTAURATORI A RISCHIO
(ASCA) - Roma, 10 set - ''Restauratori questi sconosciuti. E' questo il rischio che corrono migliaia di professionisti in Italia nonostante il nostro paese possa vantare una storia e una cultura del restauro di altissimo livello e di figure di straordinaria qualita' ed esperienza. Questo accade a causa di una situazione legislativa caotica e farraginosa che non solo rende praticamente impossibile valutare l'idoneita' alla professione e le reali capacita' dei restauratori ma anche assicurare la qualita' degli interventi conservativi in una professione strategica per la tutela del nostro patrimonio artistico e archeologico''. Lo afferma Ermete Realacci (PD) annunciando un'interrogazione parlamentare ai Ministeri dei Beni Culturali e delle Infrastrutture e Trasporti.
L'interrogazione presentata da Realacci evidenzia, su segnalazione dalle associazioni di categoria, come la CNA e delle organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, l'incongruita' e l'incoerenza delle prescrizioni relative alla qualifica di restauratore da cui sarebbero escluse molte societa' e molti lavoratori che, pur avendo nel concreto operato nel campo del restauro, non potrebbero piu' accedere nemmeno alle prove di idoneita'. Questo perche' la mole di documentazione e le nuove prove richieste dal Ministero per i beni e le attivita' culturali, riferendosi ad un periodo temporale anteriore all'anno 2000, sono per la maggior parte degli operatori del settore impossibile da recuperare.
''Una cosa e' poter certificare la qualita' di chi opera in un settore tanto importante'', spiega Realacci, ''un'altra paralizzare un intero comparto con valanghe di richieste burocratiche di dubbia utilita'. Da un'indagine condotta dalle organizzazioni sindacali, in tutto il territorio nazionale, alcune migliaia di lavoratori e centinaia di imprese verrebbero esclusi dalla possibilita' di accesso alla qualifica, depauperando il settore della forza lavoro oggi attiva e cancellando in un colpo solo un'intera generazione restauratori, con l'ulteriore aggravio di non permettere piu' l'indispensabile trasmissione del saper fare, fondamentale nel mestiere del restauratore''.
L'interrogazione presentata da Realacci evidenzia, su segnalazione dalle associazioni di categoria, come la CNA e delle organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, l'incongruita' e l'incoerenza delle prescrizioni relative alla qualifica di restauratore da cui sarebbero escluse molte societa' e molti lavoratori che, pur avendo nel concreto operato nel campo del restauro, non potrebbero piu' accedere nemmeno alle prove di idoneita'. Questo perche' la mole di documentazione e le nuove prove richieste dal Ministero per i beni e le attivita' culturali, riferendosi ad un periodo temporale anteriore all'anno 2000, sono per la maggior parte degli operatori del settore impossibile da recuperare.
''Una cosa e' poter certificare la qualita' di chi opera in un settore tanto importante'', spiega Realacci, ''un'altra paralizzare un intero comparto con valanghe di richieste burocratiche di dubbia utilita'. Da un'indagine condotta dalle organizzazioni sindacali, in tutto il territorio nazionale, alcune migliaia di lavoratori e centinaia di imprese verrebbero esclusi dalla possibilita' di accesso alla qualifica, depauperando il settore della forza lavoro oggi attiva e cancellando in un colpo solo un'intera generazione restauratori, con l'ulteriore aggravio di non permettere piu' l'indispensabile trasmissione del saper fare, fondamentale nel mestiere del restauratore''.
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