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IMMIGRATI: MONS. MARCHETTO, SI' A INTEGRAZIONE MA NO AD ASSIMILAZIONE
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IMMIGRATI: MONS. MARCHETTO, SI' A INTEGRAZIONE MA NO AD ASSIMILAZIONE
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 9 nov - ''L'integrazione non e' una strada a senso unico, non e' cammino da percorrere solo dall'immigrato, ma anche dalla societa' di arrivo, che, a contatto con lui, scopre la sua ''ricchezza', cogliendone i valori della cultura''. Lo ha affermato oggi mons. Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, nel suo discorso in apertura del XVI Congresso mondiale per la pastorale dei migranti e dei rifugiati, in corso a Roma fino al 12 novembre. ''La vera integrazione - ha sottolineato mons.
Marchetto - si realizza la' dove l'interazione tra gli immigrati e la popolazione autoctona non si limita al solo campo economico-sociale, ma si attua in pienezza, comprendendo anche quello culturale. Ambedue le parti, comunque, devono essere disposte a farlo, giacche' motore dell'integrazione e' il dialogo, e cio' presuppone un rapporto reciproco''.
L'arcivescovo e' critico contro un tipo di inserimento piu' simile all'''assimilazione'', che ''rappresenta in fondo un impoverimento anche delle societa' d'accoglienza, perche' il contributo culturale e umano dell'immigrato alla societa' che lo ospita e' in tal modo minimizzato se non annullato''.
''Senz'altro i migranti devono fare i passi necessari per essere inclusi socialmente nel luogo di destino - ha detto -, ma tale processo deve rispettare l'eredita' culturale che ognuno porta con se'''.
D'altra parte, ha precisato mons. Marchetto, se pero' il migrante ''non si apre alla realta' piu' vasta della societa' d'approdo, corre il pericolo di formare, insieme agli altri suoi simili, un ghetto, con relativa emarginazione''. Il migrante e' quindi chiamato a ''compiere i passi necessari all'inclusione sociale, quali l'apprendimento della lingua nazionale e il proprio adeguamento alle leggi e alle esigenze del lavoro, cosi' da evitare il crearsi di una differenziazione esasperata''.
Nel suo intervento l'arcivescovo ha poi messo in guardia dal pericolo della fuga dei cervelli dai Paesi meno sviluppati verso i Paesi ricchi. Mons. Marchetto ha concluso citando l'enciclica Caritas in veritate e ricordando che ''l'autentico sviluppo proviene dalla condivisione dei beni e delle risorse, nella ricerca di un nuovo ordine economico internazionale che contempli una piu' equa distribuzione dei beni della terra''.
asp/cam/bra
Marchetto - si realizza la' dove l'interazione tra gli immigrati e la popolazione autoctona non si limita al solo campo economico-sociale, ma si attua in pienezza, comprendendo anche quello culturale. Ambedue le parti, comunque, devono essere disposte a farlo, giacche' motore dell'integrazione e' il dialogo, e cio' presuppone un rapporto reciproco''.
L'arcivescovo e' critico contro un tipo di inserimento piu' simile all'''assimilazione'', che ''rappresenta in fondo un impoverimento anche delle societa' d'accoglienza, perche' il contributo culturale e umano dell'immigrato alla societa' che lo ospita e' in tal modo minimizzato se non annullato''.
''Senz'altro i migranti devono fare i passi necessari per essere inclusi socialmente nel luogo di destino - ha detto -, ma tale processo deve rispettare l'eredita' culturale che ognuno porta con se'''.
D'altra parte, ha precisato mons. Marchetto, se pero' il migrante ''non si apre alla realta' piu' vasta della societa' d'approdo, corre il pericolo di formare, insieme agli altri suoi simili, un ghetto, con relativa emarginazione''. Il migrante e' quindi chiamato a ''compiere i passi necessari all'inclusione sociale, quali l'apprendimento della lingua nazionale e il proprio adeguamento alle leggi e alle esigenze del lavoro, cosi' da evitare il crearsi di una differenziazione esasperata''.
Nel suo intervento l'arcivescovo ha poi messo in guardia dal pericolo della fuga dei cervelli dai Paesi meno sviluppati verso i Paesi ricchi. Mons. Marchetto ha concluso citando l'enciclica Caritas in veritate e ricordando che ''l'autentico sviluppo proviene dalla condivisione dei beni e delle risorse, nella ricerca di un nuovo ordine economico internazionale che contempli una piu' equa distribuzione dei beni della terra''.
asp/cam/bra
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