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'Nuovo' Pirlo: Lezione per il Milan di Leonardo
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'Nuovo' Pirlo: Lezione per il Milan di Leonardo
La modernità di Pirlo, una lezione anche per Leonardo.
Il giocatore rossonero è il fulcro del gioco azzurro, nel Milan prevale invece la cultura brasiliana. Questa è una buona Italia. Dire che cresce è troppo, significa intendere che prima era piccola, mentre piccolo erano il gioco e la concentrazione, anche la qualità, ma nel complesso la squadra è sempre rimasta una buona squadra. La realtà è che nel calcio conta molto anche l'avversario. Giocatori che hanno vinto mediamente Champions, scudetti e mondiali, hanno difficoltà a trovare il meglio di se stessi in partite dal senso dimezzato come quelle con la Georgia o il Montenegro. Quando arriva una partita con un significato, si ricomincia a vedere buon calcio. È strano semmai che diventi ogni volta nuovo questo piccolo assioma dimostrato in tanti e tanti anni di competizioni. La Bulgaria ci dà una mano perché non può che cercare di vincere, quindi parte subito lunga, cerca testa a testa improbabili. Infatti viene subito colpita da Grosso su splendido passaggio di Pirlo. È straordinario come Pirlo cambi in nazionale. Forse è l'aria meno tattica, vagamente studentesca di queste partite un po' all'ingrosso, forse è il ruolo diverso che gli restituisce altre motivazioni, ma nell'Italia Pirlo è un giocatore di levatura mondiale. Più completo di Kaká dietro le punte, meno fisico e più geometrico di Iniesta, meno attaccante e più insistente di Diego, un giocatore davvero diverso che sta di nuovo cambiando pelle. Aveva fatto modernità quando era diventato un regista con la leggerezza e la qualità di un trequartista, la fa di nuovo adesso che ribadisce l'importanza di un regista di attacco in mezzo alla messe di schemi alternativi. Sarebbe anche la soluzione per Leonardo se Pirlo non pensasse in italiano, con la sua fantasia di gioco. Nel Milan il dai-e-vai, le triangolazioni finali, avvengono sotto altra cultura, quella brasiliana. Sono più sinuose, cercano prima lo spettacolo e poi il risultato. Nel Milan il gioco negli ultimi trenta metri passa per Ronaldinho, nell'Italia decide Pirlo. E' una differenza netta di idee, di movimento, di velocità su cui Leonardo e Berlusconi dovrebbero riflettere. OAS_AD('Bottom1'); La Bulgaria reclama per un gol fantasma che stranamente non è stato rivisto molto in regia televisiva. A me era sembrato buono, fermo restando lo straordinario intervento di Buffon che lo ha comunque rimesso di fatto in discussione. Sarebbe stato il pareggio, quindi un'altra partita. Ma è stata anche chiara l'inadeguatezza complessiva della Bulgaria, una squadra mai equilibrata e lontana, quasi nemica del suo uomo migliore, Berbatov, peraltro lussuoso ed assente come tante volte in nazionale. È stata una buona serata per quasi tutti, una piccola passerella di gloria dopo qualche polemica eccessiva e l'esagerato valore dato a una qualificazione che seriamente non poteva mai essere in discussione. Hanno segnato due juventini come juventina è quasi per forza questa nazionale di un campionato ormai straniero al quaranta per cento. Non costruirei castelli di gloria sulla sabbia di ieri, ma è chiaro che sono importanti i punti e le prestazioni di molti. Una squadra che torna a consolidarsi aspettando livelli di rischio più importanti. Ritorna Rossi, crescono Iaquinta e Gilardino, si confermano Cannavaro e De Rossi. Non siamo quelli di Berlino, ma torniamo a fingere bene. Intanto Fabio Capello travolge la Croazia e porta l'Inghilterra trionfalmente ai Mondiali. Otto vittorie su otto partite, come la Spagna. Noi siamo in scia. Mentre le lontanissime e selvagge Far Oer vincono la loro prima partita in otto anni di competizioni. Auguri.
Mario Sconcerti
(Corriere della Sera)
Il giocatore rossonero è il fulcro del gioco azzurro, nel Milan prevale invece la cultura brasiliana. Questa è una buona Italia. Dire che cresce è troppo, significa intendere che prima era piccola, mentre piccolo erano il gioco e la concentrazione, anche la qualità, ma nel complesso la squadra è sempre rimasta una buona squadra. La realtà è che nel calcio conta molto anche l'avversario. Giocatori che hanno vinto mediamente Champions, scudetti e mondiali, hanno difficoltà a trovare il meglio di se stessi in partite dal senso dimezzato come quelle con la Georgia o il Montenegro. Quando arriva una partita con un significato, si ricomincia a vedere buon calcio. È strano semmai che diventi ogni volta nuovo questo piccolo assioma dimostrato in tanti e tanti anni di competizioni. La Bulgaria ci dà una mano perché non può che cercare di vincere, quindi parte subito lunga, cerca testa a testa improbabili. Infatti viene subito colpita da Grosso su splendido passaggio di Pirlo. È straordinario come Pirlo cambi in nazionale. Forse è l'aria meno tattica, vagamente studentesca di queste partite un po' all'ingrosso, forse è il ruolo diverso che gli restituisce altre motivazioni, ma nell'Italia Pirlo è un giocatore di levatura mondiale. Più completo di Kaká dietro le punte, meno fisico e più geometrico di Iniesta, meno attaccante e più insistente di Diego, un giocatore davvero diverso che sta di nuovo cambiando pelle. Aveva fatto modernità quando era diventato un regista con la leggerezza e la qualità di un trequartista, la fa di nuovo adesso che ribadisce l'importanza di un regista di attacco in mezzo alla messe di schemi alternativi. Sarebbe anche la soluzione per Leonardo se Pirlo non pensasse in italiano, con la sua fantasia di gioco. Nel Milan il dai-e-vai, le triangolazioni finali, avvengono sotto altra cultura, quella brasiliana. Sono più sinuose, cercano prima lo spettacolo e poi il risultato. Nel Milan il gioco negli ultimi trenta metri passa per Ronaldinho, nell'Italia decide Pirlo. E' una differenza netta di idee, di movimento, di velocità su cui Leonardo e Berlusconi dovrebbero riflettere. OAS_AD('Bottom1'); La Bulgaria reclama per un gol fantasma che stranamente non è stato rivisto molto in regia televisiva. A me era sembrato buono, fermo restando lo straordinario intervento di Buffon che lo ha comunque rimesso di fatto in discussione. Sarebbe stato il pareggio, quindi un'altra partita. Ma è stata anche chiara l'inadeguatezza complessiva della Bulgaria, una squadra mai equilibrata e lontana, quasi nemica del suo uomo migliore, Berbatov, peraltro lussuoso ed assente come tante volte in nazionale. È stata una buona serata per quasi tutti, una piccola passerella di gloria dopo qualche polemica eccessiva e l'esagerato valore dato a una qualificazione che seriamente non poteva mai essere in discussione. Hanno segnato due juventini come juventina è quasi per forza questa nazionale di un campionato ormai straniero al quaranta per cento. Non costruirei castelli di gloria sulla sabbia di ieri, ma è chiaro che sono importanti i punti e le prestazioni di molti. Una squadra che torna a consolidarsi aspettando livelli di rischio più importanti. Ritorna Rossi, crescono Iaquinta e Gilardino, si confermano Cannavaro e De Rossi. Non siamo quelli di Berlino, ma torniamo a fingere bene. Intanto Fabio Capello travolge la Croazia e porta l'Inghilterra trionfalmente ai Mondiali. Otto vittorie su otto partite, come la Spagna. Noi siamo in scia. Mentre le lontanissime e selvagge Far Oer vincono la loro prima partita in otto anni di competizioni. Auguri.
Mario Sconcerti
(Corriere della Sera)
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