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Tessera del tifoso: Dietro-front e proteste
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Tessera del tifoso: Dietro-front e proteste
La gaffe del Prefetto: «A Roma solo con la nuova carta», ma il Viminale è costretto a smentire.
Dietro-front e proteste dei tifosi: la nuova tessera spacca il calcio.
Non bastassero i dubbi e le diffidenze sulla tessera del tifoso che da agosto stanno agitando le proteste del popolo ultrà, ieri pomeriggio, con un macroscopico errore, ci ha pensato la prefettura di Roma a cancellare i sospetti: in peggio. Invece che proibire l’accesso al settore ospiti a chi la tessera non avrà, come previsto dalla direttiva del ministero dell’Interno, il prefetto della capitale ha esteso il divieto a tutto lo stadio di competenza, l’Olimpico. Con una nota ufficiale, la prefettura aveva infatti spiegato che a partire dal primo gennaio 2010 la tessera del tifoso sarebbe stata documento indispensabile per l’accesso all’Olimpico, «in applicazione della recente direttiva». Niente tessera, niente partita, anche per un innocuo signore, che avesse mai voluto andarsi a vedere Roma o Lazio in tribuna, per esempio. Decisione con abnormi profili di incostituzionalità. Difatti, nella direttiva del ministero, indirizzata il 14 agosto a tutte le prefetture e sempre disponibile su internet, non v’è traccia: «A decorrere dal 1 gennaio 2010 - si legge - le società potranno vendere o cedere a qualsiasi titolo i tagliandi riservati ai settori ospiti esclusivamente ai possessori della “tessera del tifoso”, i quali saranno esenti dalle “prescrizioni per gli spettatori” eventualmente indicate...». Per quanto riguarda gli altri settori, «salvo specifiche prescrizioni» delle forze dell’ordine, «sarà consentito l’accesso con l’utilizzo di titoli diversi dalla “tessera del tifoso”». Al Viminale avevano le mani nei capelli, e in tarda serata hanno dovuto precisare il tutto con un comunicato: le prefettura si riferiva al «solo settore ospiti». Ai tifosi delle curve, in ogni caso, continua a non stare bene pure il provvedimento originale. Dopo le proteste dei giorni scorsi, ieri pomeriggio gli ultrà di Toro e Juve hanno manifestato davanti al municipio di Torino, dove il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete stava presentando la card degli azzurri, una sorta di tessera del tifoso per l’Italia. Ai cori e ai fumogeni è seguito un piccolo contatto con polizia e carabinieri in assetto antisommossa, ma dopo alcuni minuti la situazione è tornata tranquilla. La protesta s’è spostata di qualche centinaio di metri, sempre in centro città, sotto l’hotel che ospita gli azzurri. Manifestazione non proprio disinteressata, s’è vero, come sostiene la questura, che la maggior parte dei tifosi presenti erano già conosciuti perché precedentemente sottoposti alla misura del Daspo: e per questo non potrebbero avere la tessera del tifoso. Si temono repliche stasera allo stadio, sfruttando le telecamere di Italia-Bulgaria. Quella che per gli ultrà resta una schedatura, è stata difesa da Abete: la tessera consente agli appassionati di calcio di «andare a seguire la propria squadra in trasferta superando i divieti - ha detto il presidente della Federcalcio - anche se va chiarito che non avere la tessera non è un’esclusione, neanche per i tifosi dei club. Anzi, dal primo gennaio, determina la possibilità di andare in tribuna ospiti durante una trasferta superando i divieti di ordine pubblico». Salvo la libertà per chi tessera non ha: «Un appassionato che si trovi in un’altra città può assistere alla gara della sua squadra acquistando un biglietto negli altri settori». Il governo del calcio fino all’ultimo ha tifato perché la misura fosse facoltativa, ma ora sottoscrive: «Speravamo non fosse obbligatoria - ha continuato Abete - ma ora il decreto del Viminale consente alle società di avere quattro mesi di tempo per attrezzarsi». Ma non è un divieto: «È uno strumento di sicurezza, ma non è esatto dire che senza non si va in trasferta. E tutti noi, quando andiamo a un evento pubblico, tra migliaia di persone, vogliamo sapere chi è presente». Si sta attrezzando anche la Figc con la tessera per i tifosi azzurri, che avrà però solo funzione di fidelizzazione, qualche vantaggio promozionale e un prezzo: averlo già deciso non sarebbe stato male.
Via |Yahoo! Eurosport
Dietro-front e proteste dei tifosi: la nuova tessera spacca il calcio.
Non bastassero i dubbi e le diffidenze sulla tessera del tifoso che da agosto stanno agitando le proteste del popolo ultrà, ieri pomeriggio, con un macroscopico errore, ci ha pensato la prefettura di Roma a cancellare i sospetti: in peggio. Invece che proibire l’accesso al settore ospiti a chi la tessera non avrà, come previsto dalla direttiva del ministero dell’Interno, il prefetto della capitale ha esteso il divieto a tutto lo stadio di competenza, l’Olimpico. Con una nota ufficiale, la prefettura aveva infatti spiegato che a partire dal primo gennaio 2010 la tessera del tifoso sarebbe stata documento indispensabile per l’accesso all’Olimpico, «in applicazione della recente direttiva». Niente tessera, niente partita, anche per un innocuo signore, che avesse mai voluto andarsi a vedere Roma o Lazio in tribuna, per esempio. Decisione con abnormi profili di incostituzionalità. Difatti, nella direttiva del ministero, indirizzata il 14 agosto a tutte le prefetture e sempre disponibile su internet, non v’è traccia: «A decorrere dal 1 gennaio 2010 - si legge - le società potranno vendere o cedere a qualsiasi titolo i tagliandi riservati ai settori ospiti esclusivamente ai possessori della “tessera del tifoso”, i quali saranno esenti dalle “prescrizioni per gli spettatori” eventualmente indicate...». Per quanto riguarda gli altri settori, «salvo specifiche prescrizioni» delle forze dell’ordine, «sarà consentito l’accesso con l’utilizzo di titoli diversi dalla “tessera del tifoso”». Al Viminale avevano le mani nei capelli, e in tarda serata hanno dovuto precisare il tutto con un comunicato: le prefettura si riferiva al «solo settore ospiti». Ai tifosi delle curve, in ogni caso, continua a non stare bene pure il provvedimento originale. Dopo le proteste dei giorni scorsi, ieri pomeriggio gli ultrà di Toro e Juve hanno manifestato davanti al municipio di Torino, dove il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete stava presentando la card degli azzurri, una sorta di tessera del tifoso per l’Italia. Ai cori e ai fumogeni è seguito un piccolo contatto con polizia e carabinieri in assetto antisommossa, ma dopo alcuni minuti la situazione è tornata tranquilla. La protesta s’è spostata di qualche centinaio di metri, sempre in centro città, sotto l’hotel che ospita gli azzurri. Manifestazione non proprio disinteressata, s’è vero, come sostiene la questura, che la maggior parte dei tifosi presenti erano già conosciuti perché precedentemente sottoposti alla misura del Daspo: e per questo non potrebbero avere la tessera del tifoso. Si temono repliche stasera allo stadio, sfruttando le telecamere di Italia-Bulgaria. Quella che per gli ultrà resta una schedatura, è stata difesa da Abete: la tessera consente agli appassionati di calcio di «andare a seguire la propria squadra in trasferta superando i divieti - ha detto il presidente della Federcalcio - anche se va chiarito che non avere la tessera non è un’esclusione, neanche per i tifosi dei club. Anzi, dal primo gennaio, determina la possibilità di andare in tribuna ospiti durante una trasferta superando i divieti di ordine pubblico». Salvo la libertà per chi tessera non ha: «Un appassionato che si trovi in un’altra città può assistere alla gara della sua squadra acquistando un biglietto negli altri settori». Il governo del calcio fino all’ultimo ha tifato perché la misura fosse facoltativa, ma ora sottoscrive: «Speravamo non fosse obbligatoria - ha continuato Abete - ma ora il decreto del Viminale consente alle società di avere quattro mesi di tempo per attrezzarsi». Ma non è un divieto: «È uno strumento di sicurezza, ma non è esatto dire che senza non si va in trasferta. E tutti noi, quando andiamo a un evento pubblico, tra migliaia di persone, vogliamo sapere chi è presente». Si sta attrezzando anche la Figc con la tessera per i tifosi azzurri, che avrà però solo funzione di fidelizzazione, qualche vantaggio promozionale e un prezzo: averlo già deciso non sarebbe stato male.
Via |Yahoo! Eurosport
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