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SALDI: CONFCOMMERCIO, 87% COMMERCIANTI FAVOREVOLI A UNICA DATA DI INIZIO
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SALDI: CONFCOMMERCIO, 87% COMMERCIANTI FAVOREVOLI A UNICA DATA DI INIZIO
(ASCA) - Roma, 28 dic - I negozi di Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo sono i primi a scoprire il 2 gennaio le vetrine '' vestite a saldo'', il giorno seguente tocca a quelli di Trieste, il 5 gennaio Torino, Genova fino al 10 del mese quando per ultimi anche i commercianti di Aosta inizieranno i loro saldi invernali. Le date come e' noto sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull'inizio dei saldi. Da un recente sondaggio Format-Confcommercio e' risultato che l'87,2% dei commercianti intervistati e' favorevole ad una data unica di inizio dei saldi.
Se ci sono forti consensi per un inizio unificato dei saldi in tutta Italia non risulta lo stesso sul tema liberalizzazione: lo stesso sondaggio pone al campione di intervistati l'interrogativo se sono o meno favorevoli ai saldi liberi: le risposte dicono che il 70% degli imprenditori del commercio non sono d'accordo con una totale liberalizzazione dei saldi, in particolare perche' per il 55,2% dei commercianti intervistati non porterebbe ad un aumento dei consumi e quindi a maggiori vendite.
Il presidente Renato Borghi al vertice di Federmoda/Confcommercio non ha dubbi: ''e' arrivato il momento di mettersi intorno ad un tavolo e cominciare a ridisegnare le regole per le vendite straordinarie: i saldi non devono essere di ''inizio stagione'' ma di ''fine stagione''. Garantire le piu' ampie possibilita' di acquisti a prezzi favorevoli per i consumatori e' una priorita' che puo' essere garantita dall'eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali''.
Ogni famiglia quest'anno spendera' poco piu' di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro che va ad incidere per il 21% sul fatturato del settore.
''Nel contesto generalizzato della crisi il settore della moda - conclude Borghi - e' stato sicuramente tra i piu' colpiti: le vendite della stagione A/I hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L'ampia offerta quindi di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva''.
Confcommercio ricorda poi alcuni principi di base per il corretto acquisto degli articoli in saldo. Cambi: la possibilita' di cambiare il capo dopo che lo si e' acquistato e' generalmente lasciata alla discrezionalita' del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso cio' risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore e' pero' tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c'e' obbligo. E' rimesso alla discrezionalita' del negoziante. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Salve specifiche disposizioni regionali, e' possibile porre in vendita capi non appartenenti alla stagione in corso. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
Se ci sono forti consensi per un inizio unificato dei saldi in tutta Italia non risulta lo stesso sul tema liberalizzazione: lo stesso sondaggio pone al campione di intervistati l'interrogativo se sono o meno favorevoli ai saldi liberi: le risposte dicono che il 70% degli imprenditori del commercio non sono d'accordo con una totale liberalizzazione dei saldi, in particolare perche' per il 55,2% dei commercianti intervistati non porterebbe ad un aumento dei consumi e quindi a maggiori vendite.
Il presidente Renato Borghi al vertice di Federmoda/Confcommercio non ha dubbi: ''e' arrivato il momento di mettersi intorno ad un tavolo e cominciare a ridisegnare le regole per le vendite straordinarie: i saldi non devono essere di ''inizio stagione'' ma di ''fine stagione''. Garantire le piu' ampie possibilita' di acquisti a prezzi favorevoli per i consumatori e' una priorita' che puo' essere garantita dall'eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali''.
Ogni famiglia quest'anno spendera' poco piu' di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro che va ad incidere per il 21% sul fatturato del settore.
''Nel contesto generalizzato della crisi il settore della moda - conclude Borghi - e' stato sicuramente tra i piu' colpiti: le vendite della stagione A/I hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L'ampia offerta quindi di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva''.
Confcommercio ricorda poi alcuni principi di base per il corretto acquisto degli articoli in saldo. Cambi: la possibilita' di cambiare il capo dopo che lo si e' acquistato e' generalmente lasciata alla discrezionalita' del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso cio' risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore e' pero' tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c'e' obbligo. E' rimesso alla discrezionalita' del negoziante. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Salve specifiche disposizioni regionali, e' possibile porre in vendita capi non appartenenti alla stagione in corso. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
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