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LATTE: COLDIRETTI, CONTINUA MOBILITAZIONE DAVANTI INDUSTRIE
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LATTE: COLDIRETTI, CONTINUA MOBILITAZIONE DAVANTI INDUSTRIE
(ASCA) - Roma, 23 dic - Un albero di Natale piantato davanti ai principali stabilimenti di lavorazione della Galbani e della Parmalat, per chiedere il ''regalo'' dovuto di un giusto prezzo del latte per gli allevatori e per i consumatori che devono poter riconoscere attraverso l'etichetta la produzione veramente Made in Italy. E' questa la clamorosa protesta degli allevatori della Coldiretti che sono mobilitati durante le festivita' di Natale per salvare le 43mila stalle italiane dal rischio di chiusura per il prezzo alla stalla offerto dagli industriali ben al di sotto dei costi di produzione.
Davanti allo stabilimento della Galbani di Corteolona in provincia di Pavia e a quello della Parmalat di Collecchio, in provincia di Parma sono stati piantati alberi allestiti con tutte le varieta' di prodotti trasformati delle note aziende con la scritta ''Cara industria, addio fiducia delle mamme italiane senza latte delle nostre stalle. Il vero latte italiano lo devi pagare in modo giusto. Firmato Coldiretti'' La speranza - sostiene la Coldiretti - e' che in questi giorni di riflessione maturi anche nella classe dirigente dell'industria lattiero-casearia la consapevolezza della necessita' di salvaguardare e valorizzare il vero latte italiano ed i veri prodotti lattiero-caseari Made in Italy rendendoli riconoscibili in etichetta anche per dare piu' trasparenza e sicurezza ai consumatori italiani.
Le mucche italiane - sostiene la Coldiretti - sono sottopagate per il latte ad un prezzo inferiore del 30 per cento rispetto al 1996: il latte fresco viene pagato in media dai consumatori 1,35 euro al litro con un ricarico di quattro volte e mezzo (+350 per cento) rispetto ai 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla. Si tratta di valori che non coprono i costi di produzione e stanno mettendo a rischio stalle, mucche e lavoro che hanno garantito all'Italia fino ad ora il primato mondiale nella produzione formaggi tipici con il record di 35 riconoscimenti a livello comunitario.
In pericolo - sottolinea la Coldiretti - ci sono 43 mila stalle con quasi 2 milioni di mucche e circa 200 mila occupati che producono un valore di oltre 22 miliardi di euro che rappresenta la voce piu' importante dell'agroalimentare italiano. Se le difficolta' sui prezzi sono diffuse in tutta Europa, l'Italia e' pero' - precisa la Coldiretti - l'unico paese produttore comunitario in cui il crollo dei prezzi riconosciuti agli allevatori si e' verificato nonostante una sostanziale tenuta dei consumi e l'insufficiente produzione nazionale che arriva a coprire appena il 60 per cento del fabbisogno.
Davanti allo stabilimento della Galbani di Corteolona in provincia di Pavia e a quello della Parmalat di Collecchio, in provincia di Parma sono stati piantati alberi allestiti con tutte le varieta' di prodotti trasformati delle note aziende con la scritta ''Cara industria, addio fiducia delle mamme italiane senza latte delle nostre stalle. Il vero latte italiano lo devi pagare in modo giusto. Firmato Coldiretti'' La speranza - sostiene la Coldiretti - e' che in questi giorni di riflessione maturi anche nella classe dirigente dell'industria lattiero-casearia la consapevolezza della necessita' di salvaguardare e valorizzare il vero latte italiano ed i veri prodotti lattiero-caseari Made in Italy rendendoli riconoscibili in etichetta anche per dare piu' trasparenza e sicurezza ai consumatori italiani.
Le mucche italiane - sostiene la Coldiretti - sono sottopagate per il latte ad un prezzo inferiore del 30 per cento rispetto al 1996: il latte fresco viene pagato in media dai consumatori 1,35 euro al litro con un ricarico di quattro volte e mezzo (+350 per cento) rispetto ai 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla. Si tratta di valori che non coprono i costi di produzione e stanno mettendo a rischio stalle, mucche e lavoro che hanno garantito all'Italia fino ad ora il primato mondiale nella produzione formaggi tipici con il record di 35 riconoscimenti a livello comunitario.
In pericolo - sottolinea la Coldiretti - ci sono 43 mila stalle con quasi 2 milioni di mucche e circa 200 mila occupati che producono un valore di oltre 22 miliardi di euro che rappresenta la voce piu' importante dell'agroalimentare italiano. Se le difficolta' sui prezzi sono diffuse in tutta Europa, l'Italia e' pero' - precisa la Coldiretti - l'unico paese produttore comunitario in cui il crollo dei prezzi riconosciuti agli allevatori si e' verificato nonostante una sostanziale tenuta dei consumi e l'insufficiente produzione nazionale che arriva a coprire appena il 60 per cento del fabbisogno.
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